Riordino giochi: i punti dell’intesa raggiunta in Conferenza Unificata, scenari e prossimi passi per gli operatori
Riordino giochi: i punti dell’intesa raggiunta in Conferenza Unificata, scenari e prossimi passi per gli operatori
Lo scorso 7 settembre i rappresentanti del Governo Italiano e degli Enti Locali hanno concluso i lavori della Conferenza Unificata – avviata dall’art. 1, comma 936 L. 208/2015 (Legge di Stabilità 2016) – approvando all’unanimità la proposta di riordino dell’offerta di gioco pubblico.
Tale accordo prevede una sostanziale modifica delle modalità attraverso le quali l’offerta di gioco legale si articolerà sul territorio nazionale nei prossimi anni, con un impatto immediato sia sugli attuali operatori, sia su quelli interessati a partecipare ai prossimi bandi previsti per l’aggiudicazione delle licenze per la distribuzione in rete fisica delle scommesse sportive e del bingo.
I punti dell’intesa
Di seguito la sintesi dei principali punti dell’accordo che ora dovrà essere recepito dal Ministero dell’Economia e Finanze con un Decreto Direttoriale da emanarsi entro il prossimo 31 ottobre, sentite le commissioni parlamentari competenti.
- Riduzione del numero di AWP, dei volumi di gioco e dei punti vendita.
Viene confermata la riduzione graduale del numero di AWP che passeranno dalle 407.066 unità in esercizio alla data del 31.12.2016 ad un massimo di 265.000 unità entro la data del 30.04.2018.
Le AWP saranno quindi sostituite per rottamazione entro il 31.12.2019 con AWP di nuova generazione (c.d. AWP da remotoo AWPR).
Le AWPR sostituiranno progressivamente le AWP dal 1.01.2018 nella misura del 50% annuo per gli esercizi che ospitano più di 2 AWP mentre gli esercizi che ospitano 1 o 2 AWP dovranno rottamarle entro il 31.12.2019.
A livello globale, i punti di vendita che offrono gioco al pubblico passeranno dagli attuali 98.600 a circa 55.000 così suddivisi:
(i) 10.000 agenzie o negozi con attività prevalente la vendita di prodotti di gioco pubblico;
(ii) 5.000 corner ossia punti vendita in cui la commercializzazione dei giochi è accessoria;
(iii) 3.000 sale VLT e Bingo
(iv) 30/35.000 esercizi che dovranno ottenere una certificazione di legge di cui ci occuperemo al successivo punto 3).
- Il sistema di regole territoriali sulla distribuzione dei punti di gioco
Regioni ed Enti Locali adotteranno provvedimenti i cui criteri garantiranno una equilibrata distribuzione del territorio per evitare aree “gioco-free”, tenendo anche conto della ubicazione e degli investimenti già esistenti relativi agli attuali punti di vendita con attività di gioco prevalente.
È riconosciuta agli Enti Locali la facoltà di stabilire, d’intesa con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), fino a 6 ore complessive di interruzione quotidiana alle attività di gioco in una prospettiva che dovrà essere quanto più possibile omogenea sul territorio nazionale e regionale, anche ai fini del monitoraggio di ADM.
Inoltre, continueranno ad esplicare la loro efficacia le disposizioni, già previste in ogni Regione o Provincia Autonoma, che prevedono una tutela maggiore. Non ultimo, Regioni e Provincie Autonome potranno comunque introdurre nuove e maggiori tutele per la loro popolazione.
- Innalzamento del livello qualitativo degli esercizi e loro certificazione
Terminato il periodo transitorio di 3 anni, tutti i punti di gioco dovranno essere muniti di una certificazione ai fini dell’ubicazione delle AWPR.
La certificazione risponderà a criteri che dovranno essere condivisi in sede di Conferenza Unificata, quali, tra i più rilevanti, l’accesso selettivo dei clienti, la loro completa identificazione, la carta dell’esercente che permetterà il funzionamento delle AWPR, la videosorveglianza interna, la tracciabilità completa delle giocate e vincite e il collegamento diretto con ADM e polizia.
- Innalzamento del sistema di controllo e azioni preventive di contrasto al gioco d’azzardo patologico
Nell’ambito dell’intesa, le parti hanno condiviso un inasprimento dei controlli e delle sanzioni amministrative e l’attribuzione di specifici poteri sanzionatori in capo alle polizie locali e dei relativi proventi ai comuni.
La conferenza chiede all’AGCOM di mettere a punto opportune regole finalizzate a tutelare la pubblica fede e la salute dei cittadini.
Tra i punti significativi dell’intesa, va evidenziato che le AWPR dovranno prevedere dal punto di vista tecnologico che la giocata dell’utente venga effettuata attraverso la Carta Nazionale dei servizi, la carta dell’esercente e la tessera sanitaria.
Gli adeguamenti tecnologici sulle AWPR oltre a dover mantenere l’impossibilità di utilizzare banconote o monete elettroniche dovranno altresì prevedere strumenti di autolimitazione del giocatore, messaggi automatici della durata del gioco, l’abbassamento degli importi minimi della giocata e strumenti di controllo dei giocatori più esposti al rischio del gioco patologico.
- Nuovi interventi normativi e modernizzazione del settore dei giochi
Il completamento dell’intervento normativo e la modernizzazione del settore passerà attraverso il passaggio del sistema di tassazione del margine, compatibilmente con un livello massimo di tassazione prestabilito.
- Monitoraggio dell’applicazione della riforma
I Comuni potranno gratuitamente accedere ai dati relativi all’andamento del volume di gioco e sulla distribuzione territoriale. Il monitoraggio sarà affidato ad ADM, mentre il MEF riferirà periodicamente sui risultati alla Conferenza Unificata.
I prossimi passi
Come si diceva, i punti dell’intesa dovranno essere recepiti entro il prossimo 31 ottobre da un decreto del Ministero dell’Economia e Finanze. La bozza di decreto dovrà essere esaminato dalle commissioni parlamentari competenti. È prassi costituzionale che la Conferenza Unificata si esprima sulla bozza di decreto di recepimento dell’intesa prima della sua pubblicazione.
È altamente probabile che dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto, l’Agenzia delle Dogane e Monopoli pubblicherà gli attesi bandi di gara per l’assegnazione delle licenze per la raccolta in rete fisica delle scommesse sportive(tramite agenzie e corner) e per le sale bingo.
Negli ultimi anni, la pubblicazione di tali bandi era stata infatti rimandata nell’attesa che fosse definita una regolamentazione organica dell’offerta di gioco sul territorio.
Lo scenario per gli operatori
Con riserva di valutare ed approfondire i contenuti delle disposizioni contenute nel decreto del MEF, possiamo sin da ora affermare che l’intesa raggiunta dalla Conferenza Unificata presenta diversi aspetti critici per gli operatori del settore.
In merito al punto dell’intesa che dispone la programmata riduzione del numero di AWP fino alla totale rottamazione con le AWPR, persistono le forti criticità già evidenziate in occasione dell’emanazione del decreto del MEF attuativo della c.d. Manovrina. Si aggiunga, inoltre, che ad oggi dal punto di vista regolamentare si conosce solo la data ultima entro cui dovranno essere rottamate le AWP, ma non è dato conoscere le caratteristiche tecniche delle AWPR, in particolare se avranno caratteristiche similari alle attuali AWP o se invece si tratterà di una versione ‘light’ delle attuali VLT.
Altro elemento ancora ignoto riguarda il regime autorizzatorio relativo all’installazione delle AWPR. In particolare, ad oggi non si conosce se verrà mutuato il sistema autorizzatorio delle AWP (con NOE intestato al concessionario ma riferibile ad un apparato di proprietà di un gestore), se il diritto di installazione sarà a pagamento (una tantum o a utilizzo) e chi sarà il soggetto obbligato (concessionario o gestore).
Analoghe perplessità sorgono rispetto al tema della riduzione dei punti vendita. L’intesa prevede una moratoria di tre anni che porterà di fatto ad un dimezzamento degli esercizi che offrono gioco al pubblico (da 98.600 a 53.000). In questo contesto, gli operatori interessati a partecipare ai bandi di gara si troveranno davanti ad una normativa locale che non è stata abrogata e che anzi conserva in alcuni casi la sua portata fortemente limitativa.
Nel dettaglio, nonostante gli enti locali si siano impegnati a rivedere i piani urbanistici e i regolamenti già adottati, con il dichiarato obiettivo di consentire una equilibrata distribuzione dell’offerta di gioco nel territorio, evitando così l’assenza o la concentrazione dei punti, va evidenziato che – come si è visto – l’intesa si è raggiunta solo con l’approvazione di un emendamento che ha salvato l’efficacia delle disposizioni specifiche adottate dalle Regioni e dalle Provincie Autonome che restano, quindi, ancora in vigore. Ma non solo. Le stesse disposizioni potranno essere ulteriormente inasprite ai fini del contrasto delle patologie derivanti dal gioco d’azzardo.
Per fare un esempio concreto, l’attuale legge regionale pugliese di “contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico (GAP)” vieta il rilascio dell’autorizzazione all’esercizio di sale da gioco e all’installazione di apparecchi da gioco nel caso di ubicazione a distanza inferiore a cinquecento metri pedonali dai luoghi cosiddetti ‘sensibili’. Il novero di tali luoghi, unito alla ridotta distanza, comporta di fatto il divieto di apertura di nuovi punti di gioco e il trasferimento di quelli già esistenti.
La norma regionale manterrà la sua vigenza anche se è stata approvata l’intesa ed è facile intuire come un concessionario che si sia aggiudicato una licenza per una agenzia di scommesse in questa regione incontrerà notevoli difficoltà per individuare una ubicazione rispettosa del distanziometro.
Non è infatti casuale che l’intesa contiene un principio di salvaguardia degli investimenti già effettuati dagli operatori, ma tace sui prossimi bandi di gara e sui relativi investimenti che saranno sopportati dagli operatori per il rinnovo delle licenze.
Le stesse considerazioni valgono per le disposizioni adottate a ‘macchia di leopardo’ dagli Enti Locali sugli orari di funzionamento degli apparecchi e l’apertura e chiusura dei punti di gioco.
Nonostante l’intesa abbia previsto la facoltà per gli Enti Locali di stabilire delle fasce orarie per l’interruzione della raccolta del gioco (complessivamente fino a 6 ore giornaliere), auspicando il raggiungimento di un regime omogeneo a livello nazionale e regionale, non vi è alcuna certezza su quali saranno, nel concreto, le fasce orarie prescelte e viene, inoltre, lasciata ad ogni Ente Locale ampia discrezionalità per introdurre regimi orari differenziati per ciascuna tipologia di gioco.
In conclusione, l’intesa contiene delle previsioni largamente insoddisfacenti per gli operatori e il suo prossimo recepimento con decreto del MEF non farà cessare la conflittualità del settore e l’incertezza per gli investimenti futuri.